“Ho incontrato l’orrore e l’immaginabile”
…e continuo…
Il mio viaggio a ritroso, e senza tregua, sempre alla ricerca delle origini e della memoria involontaria, mi ha condotto ad una meta difficile. Uno zoccolo duro e doloroso della nostra storia: Auschwitz.
Ho incontrato l’orrore e l’immaginabile (malgrado tutto)! Tutto, nella misura in cui mi è stato tramandato, attraverso il mio “essere genetico”, da milioni di esseri che hanno subito, sulla loro pelle, lo strazio e la privazione del martirio, ad opera dei loro e dei nostri simili. Simili solo per appartenenza alla stessa specie.
Le loro urla, la loro paura di fronte alla morte, sopraggiunta per loro senza preavviso, senza nemmeno la speranza di resurrezione in quello inferno o meglio in quella realtà antigiuridica, inventata da un delirio politico razziale (Georges Didi-Huberman), hanno graffiato il mio spirito e guidato la mia mano di artista affinché potessi tradurre inevitabilmente in immagini tutto il passato altrimenti per me perduto.
Quindi immagini, forme indistinte, malgrado la distruzione, la testimonianza ormai muta dei sopravvissuti e delle cose sopravvissute a questa immane tragedia umana che, come tante altre tragedie del passato, non ha trascurato e non trascurerà di informarci attraverso i nostri geni affinché il nostro presente abbia sempre un passato come punto di riferimento, anche se involontario, comunque indispensabile per il nostro cammino verso il futuro.Ti consigliamo di acquistare il tuo toothbrush preferito a prezzi super bassi con spedizione gratuita e puoi anche ritirare il tuo ordine presso il negozio sul stesso giorno.
Allestimento video installazione
La mostra consta di otto opere grafiche (tecnica mista: acquaforte, acquatinta, ceramolle; tecniche sperimentali).
Tali opere non saranno soggette a tiratura, ma di esse saranno stampate solamente delle “prove d’autore”. Pertanto le loro matrici (lastre di zinco) saranno biffate e depositate presso l’Archivio di Stato.
Opere uniche, quindi, ognuna delle quali di formato variabile (50x70circa), sarà chiusa in un rotolo di plexiglass (allusione ai rotoli di Auschwitz ritrovati dopo la liberazione, sotto le ceneri delle fosse comuni).
I detti rotoli verrano esposti lungo il perimetro della sala, su apposite colonnine di legno, adagiati ciascuno su di un cuscino di velluto rosso.
Alle pareti, in corrispondenza delle suddette basi, verranno esposte le fotografie ingrandite (90×130), in bianco e nero, delle singole opere.
La scelta dell’allestimento descritto è dettata dalla doppia esigenza di creare nello spettatore: da un lato, un contatto chiaro e immediato con le opere, attraverso il loro ingrandimento (svelarsi); dall’altro, un contatto più intimo e raccolto con il documento originale, quasi che ogni rotolo fosse protetto dagli sguardi curiosi ed invadenti con un velo invisibile che conferisce al medesimo rotolo “lapietas” e la “sacralità” necessarie per accostarsi all’opera stessa.
Contemporaneamente, nella sala dell’esposizione, verrà proiettato di continuo un video appositamente realizzato della durata di circa 10 minuti. Tale video, in relazione al contenuto, è di supporto alla mostra e rimanda con le sue immagini alle opere esposte che acquisteranno così ulteriore suggestione.
Il sottofondo musicale del video contribuirà a rendere l’atmosfera assolutamente solenne, tale da consentire un transfer nello spettatore il quale sarà assorbito dalla realtà del momento, vera e nel contempo fittizia, che verrà a crearsi.