“Come esaudire il mio desiderio di conoscenza senza confondere il vero con il falso?”

La mostra vuole essere rappresentativa del significato intrinseco ed universale dell’essenza dell’umana natura.

Essa si compone di un video, di una installazione e di dodici tele.

Il video è illustrativo di parte dell’allestimento e quindi di una prima fase che precede la mostra stessa.

Nel video l’artista ha bruciato una serie di proprie opere (pannelli di legno e stucco in bianco e nero) realizzate appositamente per la mostra. Prima della combustione, avvenuta su una spiaggia di sera in riva ala mare (la scena evoca antichi funerali greci), alle opere in questione sono state tolte le firme apposte.

Di seguito l’artista ha raccolto le ceneri ottenute dalla suddetta combustione e, insieme alle firme, le ha introdotte in recipienti di vetro trasparente (quali: coppe e calici) con cui imbandirà una grande tavola per un pranzo principesco: il pranzo di Cibele.

L’installazione è coistituita proprio dalla tavola imbandita con le citate coppe e calici (dodici posti) per la consumazione del pranzo. Tale pranzo assumerà un grande valore simbolico poiché, se è vero, come è vero, che in natura nulla si crea e nulla si distrugge, tutto ritorna in circolo. Nel nostro caso, infatti, l’essenza della materia (pannelli di legno = DNA materico) e l’essenza dell’opera stessa (l’idea che ha ispirato le opere dell’artista nel percorso di ricerca = DNA pittorico) si ricompongono e diventano “nuovo alimento essenziale” per continuare il cammino del futuro, in perfetto equilibrio con il presente e nella tradizione del passato.

A rafforzare la valenza pittorica della mostra vengono infine esposte dodici grandi plotter (100×100), con le relative matrici (10×10), raffiguranti quasi ingrandimento di frammenti di materia organica al microscopio; risultato di opere grafiche ottenute con le tecniche tradizionali e sperimentali.