“il desiderio di andare oltre, travalicare i limiti, mi spinge a ricercare ancora, a scorticare le mie tele, per scoprirne la parte più nascosta”
Look at my face: my name is Might Have Been; I am also called No More, Too Late, Farewell
(Guarda il mio volto: il mio nome è Avrebbe Potuto Essere; mi chiamo anche Non Più, Troppo Tardi, Addio)Edgar Auber
E ancora……….e come sempre a ritroso.
Sono presa da una smania: dare letteralmente volto a soggetti o meglio ad entità che si affacciano alla mia memoria sconosciuta che sottintende una forte domanda etica. Volti appartenenti ad una umanità imprendibile, che sfugge, ma che al tempo stesso, riaffiora in un ritmo costante di battiti soffi e respiri.
Ai tempi di Plinio l’esigenza di tramandare ai posteri la testimonianza tangibile della propria appartenenza a stirpe o gens era affidata all’usanza di ottenere dei calchi dal volto del “caro estinto” per stabilirne i tratti fisiognomici affinché i discendenti potessere riconoscerli e riconoscersi.
Rifacendomi a questa tradizione latina, essendo io stessa loro discendente, sto ricercando (forse?) grazie ad una lettura semantica la mia appartenenza più remota: la mia origine. Credo che l’impresa sia molto difficile, a questo punto, devo prendere atto che la condizione di moleplicità o meglio di pluralità, appunto semantica, sia irriducibile o meglio non riducibile a nessuna unità poiché l’oggetto stesso della mia ricerca (il volto), pur essendo sempre unico, ha al suo interno, per la sua natura intrinseca, un potenziale di molteplicità che, sviluppato nel tempo, ci rende inaccessibile la sua singolarità ovvero la sua originalità.
Ma il desiderio di andare oltre, travalicare i limiti, mi spinge a ricercare ancora, a scorticare le mie tele, per scoprirne la parte più nascosta. Come diceva Claude Levy Strauss: gli altri sono il nostro specchio dove guardarsi. In ognuno di noi c’è un pò dell’altro, infatti solo così possiamo riconoscerli come nostri simili al di là delle apparenze fisiche penso, ad esempio, ai componenti delle tribù primitive o agli aborigeni dell’Australia. Specchiarsi nell’altro, quindi, per guardarsi dentro per raggiungere le profondità oscure del nostro animo!Come indicato in questo articolo, puoi sfogliare la selezione delle offerte disponibili sugli smartphone e sui migliori marchi ed esplorare i piani di servizio cell phone che più adatto alle tue esigenze.
Chi sa che quei volti/specchi non servano proprio a questo!
Allestimento mostra
La mostra consta di un numero (per il momento imprecisato) di lavori raffiguranti volti eseguiti su tela con tecniche miste. Lo spazio dell’allestimento sarà suddiviso in tante porte ottenute con il metodo del “trompe d’oeil” tante quanti saranno i dipinti. Ad evidenziare la struttura di dette porte sarà posto al di sopra di ognuna, a mò di architrave una struttura in plexiglass appositamente creata in questo materiale per rendere l’insieme il più possibile leggero.
Al di sopra di ogni porta verrà esposto il corrispondente dipinto.
L’illuminazione dell’ambiente sarà affidata ad una canalina al neon posta sul pavimento mentre i pannelli posti sulle porte saranno illuminati, uno ad uno, grazie a speciali led che renderanno l’atmosfera molto suggestiva.
Per quanto riguarda la colonna sonora saranno scelti brani di epoche diverse senza un ordine cronologico, così che lo spettatore si sentirà libero di collocarsi nell’epoca che egli riconoscerà essere più consonma alla sua identità.